Musja nasce dall’esperienza pluridecennale del gruppo Jacorossi e dalla determinazione che da sempre anima Ovidio Jacorossi: promuovere l’arte contemporanea come strumento di creatività per la persona e per l’impresa, nell’intento di renderla accessibile al maggior numero di persone possibile.
In un percorso parallelo tra arte e azienda, fondato sull’idea della centralità dell’uomo nel processo economico, l’esperienza Jacorossi testimonia il valore della continuità generazionale nelle imprese di famiglia.
Musja nasce in via dei Chiavari, luogo-simbolo della famiglia Jacorossi: è qui che Agostino, nonno di Ovidio, inizia nel 1922 l’avventura imprenditoriale con un piccolo negozio di carbone. Alla morte prematura del padre, il giovane Ovidio e il fratello Angelo, ancora adolescenti prendono le redini dell’attività, trasformando l’azienda, tra gli anni ’80 e ’90, nel decimo gruppo industriale italiano. Il marchio Jacorossi si colloca così tra i protagonisti del processo di modernizzazione del Paese, ponendosi all’avanguardia nel settore energetico affiancando a questo una serie di attività collaterali sempre legate all’innovazione e allo sviluppo delle nuove tecnologie.
Per il Gruppo Jacorossi arte e impresa sono un binomio vincente, basato sulla consapevolezza che il perseguimento del profitto e l’interesse collettivo possono trovare un punto d’incontro attraverso l’arte, che diviene così un potente strumento di comunicazione e di promozione. Negli anni il Gruppo ha sostenuto numerose iniziative a partire dalle nuove infrastrutture tecnologiche all’interno del Museo Guggenheim di Venezia nel 1984.
A seguire, altri investimenti nel 1990 al Palazzo delle Esposizioni a Roma e nel 1992 al Palazzo Ducale di Genova. Jacorossi arriva a gestire in contemporanea 20 attività collaterali (biglietteria, sorveglianza, fototeca, caffetteria, ristorante bookshop) ed è proprio da questa intuizione, tra l’altro, che prende linfa la successiva “legge Ronchey”, con la quale lo Stato italiano ha sancito nuovi criteri di affidamento delle attività accessorie nei musei e negli spazi espositivi pubblici.
Ideato e realizzato da Ovidio Jacorossi nel cuore del centro storico di Roma, lo spazio è stato ristrutturato nel 2017 dall’architetto Carlo Iacoponi con un progetto che ha esaltato l’unicità di una struttura – circa 1.000 metri quadrati – incastonata all’interno di un edificio storico nato sulle antiche rovine del Teatro di Pompeo.
Un grande lavoro di recupero, compiuto preservando la stratificazione e la presenza di elementi architettonici di epoche diverse – dall’età romana al Rinascimento – come il cinquecentesco cortile attribuito a Baldassarre Peruzzi, letteralmente “attraversato” dallo spazio espositivo grazie a una suggestiva volta trasparente che ne svela la visione d’insieme. Accenni di affreschi, capitelli e lesene affiorano tra le opere d’arte, instaurando un continuo gioco di specchi tra il contemporaneo e la storia ultracentenaria di questo luogo.